Fatto Quotidiano - Storie: Piro e Pilato i campioni mancati!
Piro: "Seduto accanto a Fabio Cannavaro su una Bmw da decine di migliaia di euro. Anni Novanta. Lo stereo acceso, il volume alto, voglia di dimostrare al mondo il proprio successo, perché stare vicino a Fabio Cannavaro era già un successo, tutto il resto era scontato"

Dagospia riporta un articolo del fatto quotidiano in cui si parla di "mancati" campioni. Gli emiliani son due, Ferdinando Piro bomber ora del Luzzara e Marco Pilato ex portiere del Bologna.
I SUOI COMPAGNI ERANO ZOLA E STOICHKOV
Dagospia e Fatto Quotidiano - Alto, possente, capelli impomatati e buttati indietro, Ferdinando Piro fisicamente ricorda un po' lo Stefano Bettarini di qualche tempo fa. Gioca con il Luzzara, Eccellenza emiliana, ma a diciannove anni era in A con la maglia del Parma, i suo compagni si chiamavano Gianfranco Zola, Gigi Buffon e Hristo Stoichkov.
Attaccante classe '77, napoletano, una pagina di Wikipedia a lui dedicata dove le ultime notizie sono datate 2001, e sul tabellino personale un gol al Bari: "Quando vedo le partite penso sempre che, con un po' di fortuna, avrei potuto certa mente fare di più". Anche per lui gli infortuni sono la chiave di lettura, di sventura, mentre un tempo "giravo con Cannavaro e ascoltavamo Pino Daniele su un Bmw M3 cabrio, la macchina che sognavo.
Per me, ragazzino che non aveva niente, già so lo vedere i calciatori era il massimo: figuriamoci quando arrivavano con i macchinoni e vestiti bene... Anche il giocatore brutto, avendo la bella macchina e giocando in Serie A, è pieno di donne". Invidia nulla, i sogni sono traslati verso il figlio di otto anni: "Gioca bene, se un giorno dovesse entrare nel giro che conta, lo aiuterei: io, invece, ho sempre avuto a che fare con persone che mi hanno consigliato poco e male".
PER GIGI BUFFON ERA UN PUNTO DI RIFERIMENTO
Marco Pilato è differente dagli altri. Lui ha detto addio a poco più di vent' anni, perché "disgustato dal sistema". Portiere, classe '73, esordio in A con il Bologna il giorno del suo diciottesimo compleanno. Gigi Buffon, nella sua autobiografia, ricorda: "Un giorno mi dissero: 'Se diventi forte la metà di Pilato, puoi ritenerti soddisfatto'".
E infatti... "I procuratori - racconta l' ex portiere - mi venivano a cercare a casa: una volta smesso, non si è fatto più sentire nessuno. Guardo con ammirazione chi è arrivato, accettando un sistema che a me non piaceva. Non c' era rispetto, dominavano solo i soldi, mentre non venivano considerate l' applicazione e la voglia d' imparare".
Però puoi dire addio al "sistema", ma non alla passione per il pallone: negli anni ha giocato nelle serie dilettantistiche, si è trasformato prima in attaccante, poi in centrocampista e difensore. Pilato - che oggi ha una ditta di stampe e pannellistica - prese la sua decisione dopo aver parlato con Lele Oriali, ex campione del mondo, all' epoca direttore sportivo del Bologna:
"Rimasi colpito dalla sua freddezza di fronte a un ragazzino che gli diceva di non voler più giocare. Forse lui la lesse come una scusa per svincolarmi dai rossoblù, mentre la mia era una confidenza. Bastava mi chiedesse 'Perché?'; ci saremmo confrontati e mi avrebbe convinto a continuare: avevo ancora la borsa in macchina.
Quel giorno ho avuto la controprova che al sistema non interessano i valori umani".
Lui in realtà cercava solo una pacca sulla spalla, un po' di sicurezza. Lui in realtà aveva solo vent' anni.
