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Calcio, analisi tattica del Sassuolo di Dionisi

Alessio Dionisi, dopo aver conquistato la promozione in Serie A con l'Empoli nel 2020, ha accettato una sfida piuttosto importante: quella di succedere a Roberto De Zerbi sulla panchina del Sassuolo. Gli emiliani, infatti, con la partenza del vecchio mister, prima trasferitosi allo Shakhtar Donetsk e poi finito al Brighton in Premier League, hanno deciso di dare continuità al loro progetto tecnico, seppur cambiando allenatore. Infatti, il gioco di Dionisi, nonostante sia ovviamente diverso sotto alcuni punti di vista rispetto a quello di De Zerbi, lo ricorda moltissimo. Il Sassuolo, così come è da anni, continua ad essere una squadra che ama giocare a palla a terra e a ritmi alti, una squadra che anche nelle grandi partite contro le grandi formazioni, soprattutto tra le mura amiche, tenta di imporre il proprio gioco.

Insomma, dai tempi di Di Francesco, con cui è arrivata una clamorosa qualificazione in Europa League, i neroverdi non sono più una sorpresa del nostro campionato. Anche con De Zerbi è stata sfiorata l'Europa, nello specifico la Conference League. Alla fine della stagione 2019/2020, infatti, a separare il Sassuolo dalla Conference, poi vinta dalla Roma, è stata solo la differenza reti minore rispetto a quella dei giallorossi, che all'ultima giornata di campionato, grazie al gol di Mkhitaryan nel finale di partita contro lo Spezia, riacciuffarono proprio i neroverdi al settimo posto in classifica. Adesso l'obiettivo, anche se le quote sugli incontri di Serie A lasciano ben poche speranze, è quello di riuscire nell'impresa europea con Dionisi, che già lo scorso anno ha lasciato intravedere delle ottime idee e delle ottime trame di gioco, prendendosi complimenti anche dai più grandi tecnici del campionato come José Mourinho.

Andando ad analizzare più nel dettaglio il tipo di gioco adottato dagli emiliani, vediamo che in fase di possesso amano costruire l'azione dal basso, coinvolgendo anche il portiere e i due difensori centrali. La costruzione bassa avviene nel momento in cui il pressing da parte della squadra avversaria non è particolarmente intenso, in caso contrario non si disdegna neanche la costruzione lunga, chiamata in causa anche quando si intravedono degli spazi piuttosto ampi per vie centrali. Se la costruzione è bassa, il gioco si sposta soprattutto sulle corsie laterali, mentre se è lunga si tenta di arrivare direttamente alla prima punta, che si muove tra i difensori e i centrocampisti avversari, proponendosi per fare da sponda e per costruire il gioco.

In fase di rifinitura, tutta la zona che si trova tra i difensori e i centrocampisti avversari viene occupata da un numero piuttosto elevato di giocatori, mentre in fase di finalizzazione gli esterni alti, che hanno il compito di provare spesso l'uno contro uno, partono piuttosto larghi. Gli altri giocatori offensivi, invece, hanno bene o male il permesso di svariare per non dare dei punti di riferimento alla difesa avversaria. Nella fase di non possesso, contro una squadra qualitativamente di gran lunga superiore il canovaccio tattico consiste nell'aspettare di più nella propria metà campo, senza lasciare ampi spazi. In match più equilibrati, la volontà è quella di aggredire alto l'avversario e di riconquistare il pallone il più vicino possibile alla porta avversaria. Il contropiede, inoltre, è una delle armi più letali della squadra di Dionisi, che dispone di esterni molto veloci ed abili nell'uno contro uno.

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  Scritto da Redazione Emiliagol il 24/12/2022
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