Ritorno al passato-Sampdoria vs Juve: la caduta dei campioni del mondo

La gloria calcistica è una cosa transitoria ed evanescente. Un giorno sei campione del mondo e pochi mesi dopo perdi contro una neopromossa nella partita d'esordio della Serie A. È quello che è successo all'eroe italiano Paolo Rossi e ad alcuni suoi compagni di squadra della Juventus nella giornata d'esordio della stagione 1982/83. L'Italia era emersa come improbabile vincitrice della Coppa del Mondo 1982, mettendo a segno una delle più grandi rimonte della storia.
Un sol boccone dei blucerchiati?
L'Italia era emersa come improbabile vincitrice della Coppa del Mondo 1982, mettendo a segno uno dei più grandi sconvolgimenti della storia del calcio e di gran lunga la vittoria più emozionante che gli Azzurri abbiano mai ottenuto.
I giocatori della Juventus erano la spina dorsale della selezione nazionale di Enzo Bearzot. Quando tornarono a vestire la maglia bianconera per affrontare la Sampdoria allo Stadio Marassi, ci si aspettava che facessero un sol boccone dei blucerchiati di ritorno, visto che la Sampdoria era appena tornata in massima serie dopo un'agonia di quattro anni in seconda divisione. Ma le cose non sono andate come previsto.
La Juventus schierava cinque titolari che avevano appena trionfato in Spagna. Quattro di loro erano i pilastri di una difesa apparentemente impenetrabile, guidata dal leggendario Dino Zoff che, a 41 anni, iniziava la sua ultima stagione. C'erano anche Claudio Gentile, Antonio Cabrini e il povero Gaetano Scirea, che qualche anno dopo sarebbe morto in un incidente stradale.
Il quinto uomo era l'eroe assoluto del Mondiale, l'oro Paolo Rossi, che aveva segnato sei volte nelle ultime quattro partite del Mundial.
Ma poiché i bianconeri non erano mai abbastanza soddisfatti, il presidente Giampiero Boniperti e la potente famiglia Agnelli, che lo sosteneva, avevano speso un po' di soldi in estate per aggiungere altri nomi di lusso a una rosa già potente.
Pescando da due nazionali che erano arrivate tra le prime quattro ai recenti Mondiali, Boniperti ha portato a Torino il centrocampista offensivo polacco Zbigniew Boniek, la cui esperienza in Italia non si sarebbe rivelata memorabile, a dire il vero.
Ma, per di più, riuscì a far sbarcare a Torino nientemeno che Michel Platini, che all'epoca era il vero affare del calcio europeo. Immensamente dotato, carismatico, arrogante al punto giusto, Le Roi avrebbe deliziato i tifosi juventini con le sue imprese dentro e fuori dal campo per cinque stagioni, collezionando nel frattempo tre Palloni d'Oro.
Cosa poteva opporre la Sampdoria a una tale abbondanza di classe e talento?
Tanto per cominciare, c'era un ragazzo di 17 anni che i blucerchiati avevano appena acquistato dalle giovanili del Bologna. Il suo nome era Roberto Mancini. L'attuale allenatore italiano era destinato a fare grandi cose con la Sampdoria, ma ci sarebbero voluti alcuni anni per farlo.
Il nome più riconoscibile tra le file del Doria si era appena trasferito nella città portuale di Genova dalla stessa Juventus, come pronosticato su scommesse.netbet.it. Si trattava di Liam Brady, un attaccante irlandese che aveva trascorso le due stagioni precedenti in bianconero. Si era comportato piuttosto bene, segnando il rigore che aveva sancito la vittoria del secondo scudetto consecutivo da parte della Juventus. Ma l'arrivo di Platini gli stava sostanzialmente precludendo ogni ulteriore possibilità di essere titolare nella formazione di Giovanni Trapattoni. Poteva quindi perdere l'occasione di prendersi un'immediata rivincita nei confronti del club che lo aveva scaricato senza tanti complimenti solo pochi mesi prima?
Eppure, non furono né Mancini né Brady a brillare di più nella giornata inaugurale della Serie A 1982/83, anche se l'irlandese fu tra i migliori della sua squadra. Il premio ideale di man of the match andò a un quasi sconosciuto terzino a due piedi di nome Mauro Ferroni. Futuro scudettato del Verona, Ferroni ha collezionato una meritevole carriera in Serie A, scendendo in campo 154 volte in massima serie e segnando solo... una volta.
Immaginiamo che sappiate cosa sta per succedere
Al 67' di una partita non certo memorabile, Ferroni ruba palla a Giuseppe Furino lungo la linea di centrocampo e si lancia in una spettacolare progressione solitaria. Resiste alle cariche di Rossi e Platini (!) e, da poco fuori dall'area di rigore, scaglia un destro a giro che supera il malcapitato Zoff.
Stranamente, la Juventus non è sembrata in grado di mettere in piedi una vera e propria reazione e così la partita è scivolata pigramente verso la fine, mentre la Sampdoria poteva festeggiare l'upset della giornata. I bianconeri erano entrati nella stagione come favoriti numero uno per il titolo, ma divenne presto chiaro che non sarebbe stato il loro anno.
Lo scudetto è stato vinto dalla Roma, mentre la Juventus è apparsa inconsistente e molto vulnerabile nelle partite in trasferta.
Per quanto riguarda la Sampdoria, ha chiuso con un notevole settimo posto in classifica. In chiusura, l'exploit di inizio stagione contro la Vecchia Signora ha fatto la gioia di alcuni coraggiosi tifosi: l'inaspettata vittoria del Doria ha fruttato un bel po' di soldi a quei pochi che avevano osato pronosticarla al Totocalcio, la scommessa sul calcio italiano un tempo molto popolare.
