SOCIETA' DI RAVENNA SI COORDINANO IN UN FRONTE UNICO... E IL CRER??
Dal Corriere Romagna - Il calcio giovanile e dilettantistico lotta per sopravvivere. Dalle società di calcio, che contano tutte insieme migliaia di iscritti nel comune di Ravenna, arriva un messaggio di grande preoccupazione per l’intero settore. La brusca interruzione di ogni attività , per effetto della pandemia, ha serie ripercussioni su realtà che da anni lottano per fare quadrare i bilanci e per portare avanti i settori giovanili. Per affrontare un periodo di eccezionale difficoltà 19 società calcistiche hanno dato vita a un unico coordinamento, chiamato Società Sportive Ravenna - ByManso, e il CRER con Bonaccini che fa? Nulla!
Dal Corriere Romagna - RAVENNA. Il calcio giovanile e dilettantistico lotta per sopravvivere. Dalle società di calcio, che contano tutte insieme migliaia di iscritti nel comune di Ravenna, arriva un messaggio di grande preoccupazione per l’intero settore.
La brusca interruzione di ogni attività, per effetto della pandemia, ha serie ripercussioni su realtà che da anni lottano per fare quadrare i bilanci e per portare avanti i settori giovanili. Per affrontare un periodo di eccezionale difficoltà 19 società calcistiche hanno dato vita a un unico coordinamento, chiamato Società Sportive Ravenna, che coinvolge: Azzurra, Casalborsetti, Classe, Cral Mattei, Fornace Zarattini, Lido Adriano, Low Ponte, Mezzano, Endas Monti, Piangipane, Porto Corsini , Porto Fuori, Punta Marina, Savarna, Savio, Sant’Alberto, Santerno, San Pietro In Vincoli, Fosso Ghiaia. Sono stati eletti 4 delegati dalle società stesse che faranno da portavoce. Si tratta di Francesco Stucci, Enrico Berardi, Antonio Cavina e Mauro Frati, a cui si aggiungono Fabio Bazzocchi per le competenze istituti bancari, fondazioni e credito sportivo e Valentina Castellucci per la parte organizzativa.«Il nostro gruppo – spiega Francesco Stucci a nome di tutti i componenti – è stato creato per avere sul territorio una coesione d’intenti in questo difficile momento. Vogliamo affrontare insieme alle istituzioni l’emergenza.
Mercoledì scorso abbiamo incontrato in videoconferenza gli assessori Roberto Fagnani e Valentina Morigi per discutere della situazione. Il periodo di ripresa delle attività è ancora incerto e molti di noi avranno difficoltà a riaprire i cancelli. Abbiamo puntualizzato le criticità che stiamo vivendo». Le società sottolineano che a breve dovranno dare risposte ai loro tesserati. Nel documento sottoscritto dalle società sono emersi i punti di criticità. «Lo stop è arrivato nel momento peggiore – spiega Stucci -.
Nelle nostre attività di primavera si pongono le basi per la stagione successiva». Il centro sportivo di calcio ha svariate voci di spesa: utenze, sfalcio dell’erba, irrigazione, custodi e tutta la manutenzione ordinaria. A ciò si aggiungeranno, alla ripresa delle attività, le spese di iscrizione ai campionati e di tesseramento che bisogna in qualche modo anticipare. Si prevedono inoltre le spese di sanificazione. «Si cercherà tutti insieme di collaborare – dicono le società – affinché si trovi una soluzione per tutti i tesserati che hanno pagato la quota intera per la stagione 2019-2020. Poi dovremo affrontare le spese delle utenze; si stanno inoltre accumulando le visite mediche sportive che sono state sospese per un lungo periodo. Altro problema..... continua a leggere
ByManso: A parte i doverosi complimenti per l'inziativa, dovrebbe essere inutile dire che unirsi per contare politicamente ha sempre il suo peso, ma è davvero tanto inutile dirlo, se poi ti accorgi che nelle restanti province nessuno o quasi si muove facendo fronte comune?
Non toccherebbe anche ai Comitati Provinciali FIGC e al Comitato Regionale farsi portavoce delle istanze delle proprie Società, che con i comuni, e con la regione hanno zero voce in capitolo se rimangono isolate e vanno in ordine sparso?
Bhe, non è certamente un obbligo quello della FIGC di fare i portavoce delle sue Società presso gli organi amministrativi del territorio, ma non lo è neppure per molti altri comitati regionali di altre regioni italiane, che però, caso più unico che raro, il confronto con le loro amministrazioni lo hanno cercato e .. udite ..udite...ora ce l'hanno!
Non è che poi alla fine, il caso più unico che raro sia il CRER, che non riesce nemmeno a farsi ascoltare dalla Regione, quando la regione stessa stanzia sei milioni di euro per lo sport.
Ma perchè?
A bhe... ci starebbe bene un " io lo so, ma non lo dico"...rido!