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Avvisate i giovani: i colpi di testa sono pericolosi per la salute!

UNO STUDIO INGLESE LI ASSOCIA AL RISCHIO DEMENZA - NEGLI USA I COLPI DI TESTA SONO GIÀ VIETATI AI GIOVANI ATLETI

Da www.repubblica.it


COLPI DI TESTA

Colpi di testa e scontri di gioco con gli avversari potrebbero causare danni al cervello dei calciatori, con conseguenti rischi di demenza. E' quanto sostiene uno studio inglese sul cervello di sei calciatori che hanno sviluppato la demenza dopo anni di attività agonistica, i cui risultati sono stati pubblicati dal Guardian.

Dagli esami autoptici eseguiti dai ricercatori della Queen Square Bank per gli studi neurologici della University College London Institute of Neurology, si è scoperto che tutti e sei erano affetti dal morbo di Alzheimer, e, in quattro casi su sei, è stata riscontrata encefalopatia traumatica cronica, una malattia degenerativa secondo gli studiosi legata ai ripetuti colpi di testa. Entrambe le malattie sono caratterizzate dalla formazione di grumi di particolari proteine nel cervello e il posizionamento di queste proteine può essere stabilito solo dopo la morte.

"I risultati della nostra ricerca mostrano un potenziale legame tra i ripetuti impatti della testa con il pallone e lo svilupparsi della encefalopatia traumatica cronica", ha dichiarato Helen Ling, co-autore della ricerca.

Il quotidiano britannico precisa che non c'è totale convergenza sulle conclusioni della ricerca: in molti si sono affrettati a sottolineare che non esistono prove evidenti del fatto che giocare a pallone può aumentare il rischio di sviluppare la demenza. Anche gli autori dello studio hanno precisato che non è ancora chiaro se i soggetti analizzati avrebbero sviluppato la malattia se non avessero giocato a calcio. Per avere maggiori certezze, spiega Ling, si dovrebbero effettuare studi su calciatori ritiratisi dall'attività agonistica.

COLPI DI TESTA 2COLPI DI TESTA 2

Quello dei colpi alla testa subiti dagli sportivi è un filone che negli ultimi anni è stato oggetto di numerosi studi, in particolare nel football americano e nel pugilato. In particolare ha fatto scalpore la ricerca della Boston University che ha rivelato come 90 ex giocatori della Nfl su 94 siano stati trovati positivi alla encefalopatia. La stessa lega di Footbal americano ha riconosciuto l'anno scorso il legame tra il trauma cranico e la malattia, in un caso che è stato raccontato nel film "Zone d'ombra" con Will Smith.

Un altro studio ha appurato che il calciatore inglese Jeff Astle, centravanti icona del West Bromwich (soprannominato 'The King'), è stato il primo calciatore a morire prematuramente per una malattia professionale: il suo decesso, nel 2002, è stato legato ai troppi colpi di testa che lo avevano reso celebre e che costituivano buona parte dei suoi 174 gol in 361 partite. Gli esperti una dozzina di anni dopo hanno accertato la relazione con i piccoli ma regolari traumi cranici al cervello, poi degenerati in demenza.

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Un altro studio, finanziato dalla Fondazione Drake, effettuato da un team di ricercatori britannici e pubblicato sulla rivista Acta Neuropalhologica, ha evidenziato nei sei calciatori la presenza di altri fattori che avrebbero contribuito allo sviluppo della demeneza, come la presenza di uno strappo del setto pellucido, una sottile membrana che si trova al centro del cervello, "una caratteristica molto comune nei pugili professionisti e legata a ripetuti traumi cerebrali", ha osservato Ling, ammettendo comunque che lo studio non è in grado di stabilire con quale frequenza e quale forza di impatto i colpi di testa possono essere collegati allo sviluppo della malattia. Peter Jenkins, neurologo e ricercatore dell'Imperial College di Londra, specializzato nei traumi cranici e non coinvolto nello studio, ne ha sottolineato inoltre l'esiguo campione.

 Dal Corriere della Sera

Gli USA vietano il colpo di testa sotto i dieci anni

Vietati i colpi di testa: è la nuova regola introdotta dalla Federcalcio americana e che riguarda i bambini al di sotto dei 10 anni. Mentre per quelli tra i 10 e i 13 anni si raccomanda agli allenatori di limitarne il ricorso. Motivo: troppo pericolosi, troppi rischi di provocare trauma cranici. Tra le nuove normative ce ne sarà una anche relativa alle sostituzioni con la possibilità di far uscire temporaneamente un calciatore che abbia avuto un sospetto trauma cranico.

La class action

Traumi - spiegano gli esperti - che possono lesionare aree cerebrali importanti e portare a malattie letali, come il morbo di Lou Gerigh, o invalidità di vario tipo. Tanto che i colpi di testa sono stati addirittura al centro di una «class action» intentata da genitori di giovani giocatori contro i dirigenti calcistici. Proprio in risposta a questa azione legale, la Federcalcio statunitense ha deciso il divieto nelle accademie giovanili nazionali e nei club di soccer Usa. «È un buon passo in avanti l’aver almeno stabilito un’età minima sino a cui non si può giocare con colpi di testa, ma c’è ancora molto da fare», ha osservato Christopher Nowinski, direttore della NGO «Concussion legacy Foundation», sottolineando come gli adolescenti rimangono anche con la nuova misura una categoria a rischio di infortuni cerebrali. Secondo uno studio, ben 50mila ragazzi sono stati vittime di trauma cranico dal 2010 durante partite di calcio, più che in basket, baseball, softball e lotta messi insieme.

Il rischio di commozioni cerebrali

Per Robert Cantu, neurologo ed esperto di fama di danni causati dai trauma cranici, proprio i ragazzini tra i 10 ed i 12 anni sono i più vulnerabili agli effetti delle commozioni cerebrali, in quanto sia la loro materia grigia che i muscoli del collo non sono ancora del tutto sviluppati. Michael Kaplen - avvocato che rappresenta le vittime di trauma cranici e professore di legge alla George Washington University - è in favore di un bando totale dei colpi di testa al calcio per i giovani: a suo avviso le regole introdotte sono una cattiva idea e i limiti di età imposti «sembrano arbitrari e sciocchi». Con la diffusione di calcio, football e rugby negli Stati Uniti è cresciuta l’attenzione per una possibile connessione tra l’impatto con colpi di testa e l’insoregnza di malattie neurodegenerative. Due recenti studi della Boston University avevano rivelato che i traumi cranici subiti prima dei 12 anni possono avere un impatto negativo sull’integrità neurologica negli anni successivi e che il 95% dei giocatori di football americano ha danni al cervello (in questo caso era stata fatta una ricerca post mortem sugli atleti ch avevano donato il loro cervello)

 

 

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  Scritto da manso il 16/02/2017
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