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L'angolo Tecnico di Mister Paolo Pescatori: Della Preparazione III

Terzo sforzo sulla preparazione di Mister Paolo Pescatori che come al solito ci "da qualche cosa". Grazie, Mister!

 

DELLA PREPARAZIONE III

  

Rimettiamoci dunque davanti ad una tastiera. Per prima cosa approfitto di questo spazio per ringraziare anche pubblicamente Mister Pazzoni per avermi chiamato a condividere con lui l’esperienza al Real Val Baganza, nonostante l’andamento degli eventi e dall’epilogo (ma non è questa la sede per un commento) si è trattato, pregandovi di evitare la facile e gratuita ilarità, di una esperienza comunque formativa sotto molti punti di vista, ribadisco quindi ancora il mio grazie a Luca.

Da dove ripartire, a cosa allacciarmi e soprattutto come, in modo che il tutto non appaia come un inutile dèja vu? Direi dall’affermazione di Jens Bangsbo* resa in precedenza e secondo la quale il calcio non è una scienza ma la scienza può migliorare il livello del calcio. In effetti le sempre più circostanziate conoscenze fatte nei vari settori della scienza medica che concorrono a studiare e comprendere la prestazione sportiva ci portano come citato nei precedenti articoli a trarre la conclusione che il rendimento di una squadra indipendentemente da una preparazione, dipenderà principalmente dal lavoro fatto eseguire quotidianamente nel corso di tutta la stagione, comportando quindi l’orientamento attuale verso una preparazione più specifica e meno generale che si differenzia sempre meno tra i vari periodi del campionato. Ora vogliamo fare riferimento ad un altro tipo di (cono)sc(i)enza intervenuta ultimamente in modo preponderante a modificare concezioni e convinzioni. Parliamo di tecnologia (eccola l’altra scienza) che con software per match analysis, GPS, cardiofrequenzimetri, telemetria ecc., ci ha permesso di indagare e di conoscere. E cioè cosa!?

Mumble mumble … se gli allenamenti devono essere in larga parte caratterizzati dagli aspetti del calcio stesso …, se l’atleta può migliorare (entro i propri limiti naturali ovvio) quando l’allenamento ripropone prioritariamente gli aspetti fisico/atletici della partita … se … se … se, perché mai dare credito e risposta a questa sfilza di se. Ecco, arrivati! Perché la tecnologia moderna ci fornisce di tutto e di più su ciò che avviene in campo. Sotto l’aspetto atletico, ricordato che ogni individuo è un organismo unico con proprie risposte fisiologiche, siamo in grado di sapere quanto e come corre una squadra, differenziando oltremodo la risposta sul reparto, sul singolo, sul ruolo. Sottolineato che la corsa del calciatore spesso non è rettilinea ed i suoi movimenti quasi mai ciclici, oggi possiamo trovare analisi (che per il momento non riporteremo sterilmente con un semplice copia incolla perché non tutti gli studi e relative statistiche prendono in considerazione e riportano le stesse voci), che in buona sostanza ci dicono mediamente quanto e come un giocatore si muove (ma non solo). Alcuni autori rimanendo nell’ambito della corsa prendono in esame ed analizzano anche altri fattori tra i quali ad esempio la corsa all’indietro, altri l’accelerazione e la decelerzione, altri ancora i cambi di direzione ecc.. Quest’ultima notazione per dire che molti sono gli aspetti che fanno parte ed intervengono nel corso della partita, occorre averlo presente per prenderli in considerazione e per quanto possibile allenarli tutti. A concorrere a certificare l’importanza dei dati a disposizione è il fatto che non pochi allenatori e relativi staff ne fanno oltremodo tesoro, arrivando a basarvi non solo scelte domenicali. A onor del vero, dette statistiche sono principalmente riferite al mondo “pro” (i mezzi costano), ma ciò non vuole dire ignorarle, anzi. Per quanto fin qui detto e per quello che cercherò di dire, penso sia sentenziabile che più è bassa sia la categoria di riferimento che il numero di allenamenti, tanto più occorra allenare attraverso attività che richiamino i movimenti tipici del gioco, se non addirittura anche attraverso il gioco stesso. Per chi non è troppo o del tutto convinto, per chi crede che un allenamento produce i suoi effetti solo se alla fine qualcuno vomita, vediamo dunque di fare un ragionamento “(tecno)logico”, con quello che la scienza della tecnologia ci mette a disposizione. Diciamo che in generale parlando di preparazione atletica, i dati principali che troviamo più spesso rappresentati sono la distanza totale percorsa suddivisa poi a sua volta in distanze, tempi e percentuali, essenzialmente con le voci “fermo”, “cammino (circa 4 kmh)”, “corsa a bassa (5-9 kmh) media (10-14 kmh) e alta velocità (15/19 kmh)”, “scatto (oltre 20kmh)”. Il dato che tuttavia, se si è interessati all’argomento, salta immediatamente all’occhio è la forse impensabile differenza tra quanto un giocatore sta fermo, cammina e corre a bassa e media velocità a confronto con l’impegno per corse ad alta velocità e sprint o scatti che dir si voglia. Perché? Perché alla luce di questo e quindi a ragion veduta, possiamo forse modificare implementandolo quanto fino ad oggi asserito, e cioè che “il calcio è uno sport ad impegno metabolico misto” dicendo ribadendo il forse, che visti e analizzati i dati oggi disponibili riferiti ai diversi tipi di corsa, “il calcio è si uno sport ad impegno metabolico misto ma i cui recuperi sono prevalentemente di tipo aerobico”. E allora? Siamo al cane che si morde la coda?

Allora se si crede che tutto il ragionamento abbia una logica, forse è giunto il momento di ripensare tutto o in parte l’allenamento e ciò ancora una volta ci porta lontano, quindi vi invito alla prossima…….(stay tuned).

Mister PAOLO PESCATORI

*Jan Bangsbo ha fatto parte dello staff di Lippi alla Juventus con funzioni anche di secondo.

 

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  Scritto da Mister Paolo Pescatori il 11/06/2015
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