Torino: Figlio non convocato? Papà spara al negozio del Mister!!
L'episodio a Settimo Torinese. In un primo tempo si pensava all'ipotesi di racket. Invece i carabinieri scoprono che a scaricare la pistola contro la saracinesca della bottega era stato il genitore di un ragazzo di 10 anni escluso dal mister per il suo comportamento in campo
LA REPUBBLICA TORINO - Si era stufato di vedere suo figlio di 10 anni sempre in panchina e ha deciso di vendicarsi crivellando di colpi di pistola la serranda del negozio dell'allenatore della sua squadra di calcio.
È questa la conclusione a cui sono arrivati i carabinieri di Settimo dopo un anno di indagine partita da una ipotesi del tutto diversa: il racket. Quando i militari, il 2 ottobre di un anno fa, erano arrivati davanti al negozio di assistenza caldaie di Elio Tavaglione, 43 anni, avevano pensato fosse opera della criminalità organizzata. Il titolare però non riusciva a spiegarsi una situazione simile. Lui - aveva raccontato- non aveva mai subito minacce da nessuno. Nemmeno da Antonio Guerra, 36 anni, padre di uno dei ragazzini che giocavano nella squadra di calcio che lui allenava, la ASSD Settimo Calcio.
Il ragazzino era stato escluso dalla squadra per il suo comportamento in campo e il padre era andato a parlarne con Tavaglione pochi giorni prima degli spari. Non gli andava giù che il bambino fosse apostrofato come maleducato e messo fuori dalla rosa dei titolari. I due avevano discusso ma nulla di più.
I carabinieri però sono partiti proprio da quell'accesa discussione per ricostruire la vicenda un pezzo dopo l'altro. Il primo tassello sono state le telecamere della zona. Il primo ottobre avevano ripreso una Smart parcheggiare davanti al negozio. Un uomo era sceso e aveva puntato due pistole contro la serranda ma poi era fuggito senza sparare perchè era arrivato qualcuno che lo aveva disturbato. Poche ore dopo, alle 5 del mattino, un'altra auto, una Fiat 500 era arrivata e aveva parcheggiato nello stesso posto. Dal finestrino abbassato erano partiti 11 colpi di pistola che avevano crivellati la serranda. Guerra aveva usato tre armi diverse che non sono mai state ritrovate.
La procura di Ivrea, che coordina le indagini ha confrontato le immagini dell'uomo ripreso in via Milano con quelle dell'automobilista sceso dalla stessa Smart ad un benzinaio della zona, dimostrando che si trattava della stessa persona. Il controllo sui tabulati telefonici poi ha dimostrato che Guerra, la sera del primo ottobre si trovava proprio in via Milano: aveva scritto un sms alla sua convivente.
Guerra, che durante l'interrogatorio si è avvalso della facoltà di non rispondere, stato arrestato e sottoposto ai domiciliari su ordinanza del Gip del tribunale di Ivrea, Alessandro Scialabba.
Sia il legale sia il pm Ruggero Crupi hanno presentato ricordo al Tribunale del riesame, il primo per chiedere la sospensione della misura cautelare, il secondo per aggravarla con la custodia in carcere.
"Non entriamo nel merito dell'accusa. Ci difenderemo a processo spiega il legale Salvo Lo Greco- ma contestiamo la misura cautelare. Il mio cliente aveva appena scontato un anno ai domicliari con possibilità di andare a lavorare per droga e non aveva mai infastidito le indagini. Quindi per noi non esistono i presupposti per una nuva misura più restrittiva. E poi anche il primo provvedimento derivava dalle indagini sul questo episodio e il mio cliente ha subito una contestazione a catena dei reati che non è permessa".
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