Eccellenza - Colorno: interviste al mitico Longari e al mediano Greci.
" Si confessano" Mauro Longari una carriera da portiere nei dilettanti (era davvero forte ed è stato per anni Capitano della Fontanellatese) e ora preparatore dei portieri, e Fabio Greci una vita da mediano.
L' INTERVISTA A MAURO LONGARI
Il ruolo del portiere è da sempre considerato come il più difficile: un errore dell’estremo difensore è davvero fatale. Quelli dell’ACD Colorno, tuttavia, non devono preoccuparsi troppo: da qualche anno il settore giovanile sforna portieri di altissimo livello. Questo risultato è stato possibile grazie alla lungimiranza della società, che ha messo a disposizione dei portieri un preparatore abile ed esperto: è Mauro Longari, con il quale parleremo proprio di questi argomenti.
Sei una colonna del Colorno, un vero punto di riferimento. Da quanto sei lì?
Da dieci anni. Sono orgoglioso di come la dirigenza mi abbia dato fiducia, non è comune rimanere in una stessa squadra per così tanto tempo.
Quali portieri da te allenati sono diventati veri numeri 1?
Te ne cito alcuni: a Colorno attualmente giocano in prima squadra due ragazzi del ’97, Grossi e Mambriani, con Pini, del ’93. Oppici, classe ’95, è invece andato a giocare in Serie D nel Formigine. L’anno scorso era da noi, ma il cartellino è di proprietà del Modena. E’ un ragazzo con grandi qualità tecniche, oltre che un gran lavoratore sul campo.
Qual è la maggior soddisfazione per un preparatore dei portieri?
Vedere i ragazzi che ottengono risultati. Chi lavora sodo durante la settimana viene ripagato dalla prestazione della domenica. Il ruolo, però, è particolare: le colpe della squadra ricadono sul portiere, che, essendo l’ultimo baluardo della squadra, è soggetto a critiche non sempre meritate.
Cosa deve avere necessariamente un portiere di livello?
Il requisito fondamentale per giocare in porta è il carattere: ogni estremo difensore deve sapere che dietro di lui non c’è nessuno e si trova spesso e volentieri isolato contro tutti, avversari e non.
Cosa ti senti di dire ai bambini che cominciano a stare tra i pali?
Il ruolo del portiere si comincia ad insegnare ai ragazzini con età superiore ai dieci/undici anni, prima i bambini sono troppo piccoli. Spesso capita che stanno un po’ in porta, poi vedono gli amichetti correre come dei matti dietro la palla e viene voglia anche a loro di lasciare i pali. Con l’avanzare dell’età, invece, si diventa portieri nel vero senso della parola.
Bymanso: Ho conosciuto Mauro Longari quando ancora calcava i campi da calcio e nonostante non ci "nasassimo" molto, ho sempre avuto una grande ammirazione per come "teneva il campo". Ricordo le innumerevoli discussioni a base di calcio e salame che tenevamo tutti i venerdì sera nel mitico Circolo Pedale Veloce ed Borog Barta', di cui entrambi eravamo Soci. Bei tempi, vero Mauro?
L'INTERVISTA A FABIO GRECI
Nel girone emiliano di Eccellenza, diverse squadra proveranno ad interpretare il ruolo di outsider: il Colorno ha avuto un ottimo inizio di campionato. In un girone di Eccellenza davvero durissimo, ha già conquistato tredici punti in nove gare e per ora è situato a metà classifica. Non è detto, però, che tale piazzamento non possa essere migliorato. Parliamo della situazione dei ducali con Fabio Greci, centrocampista del Colorno, che è anche la squadra parmigiana con la classifica migliore.
Hai ormai 29 anni. Si dice che un calciatore è al proprio “apice sportivo” in quell’età. Sarà la tua migliore stagione?
E’ una bella domanda. Di certo, in questa età, si ha il giusto mix tra esperienza e atletismo.
Sei legato alla maglia giallo-verde? Da quanto sei lì?
Sì, qua mi trovo molto bene. Si sta molto bene qua. Oltretutto sono vicino a casa. E’ il mio sesto anno.
I tuoi obiettivi personali e quelli della squadra?
L’obiettivo della squadra è fare un campionato di media-alta classifica, tutto ciò che verrà in più sarà ben accetto. Il mio obiettivo personale è quello di giocare il più possibile, senza problemi fisici.
Hai ancora un sogno relativamente al mondo del calcio?
No, voglio solo divertirmi giocando a calcio. Per fortuna, è ciò che sto già facendo. Chiaramente vorrei vincere il campionato ogni anno, ma non andare a giocare in Serie A: sarebbe un’utopia.
Hai mai rifiutato una squadra che ti offriva tanti soldi?
Ho rifiutato squadre che mi avrebbero offerto più soldi di altre che invece ho accettato, ma quella non è mai stata una componente importante. Non guardo assolutamente all’aspetto economico: preferisco divertirmi, anche se nessuno disdegna i soldi, questo è certo.
Pensando alla tua carriera, hai qualche rimpianto?
Assolutamente no. Ho sempre scelto con il cuore e non cercando di riempire il portafoglio.
Che consiglio vorresti dare ad un giovane che sta cercando di farsi spazio “in categoria”?
Di impegnarsi sempre, senza mollare. Inoltre, i ragazzi devono imparare a far tesoro dei consigli dei più esperti, grazie ai quali possono maturare al meglio.