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Scuola Calcio, bambino scartato, per lo Juventus C è tutta pubblicità!

Interessante e condivisibile parere di un nostro lettore che volentieri pubblichiamo e che sarà il primo di una serie che riguarderà proprio questo argomento. Emiliagol come al solito, cercherà di guardare tra le pieghe del problema, e non si fermerà al fatto in se.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo - Caro manso, non sono avvezzo a partecipare a discussioni sul web, ma in merito all'articolo relativo all'"epurazione del pulcino", da appassionato che ha a cuore il calcio giovanile, vorrei, mantenendo l'anonimato, suggerirLe due elementi nuovi di discussione da aggiungere a quelli, ovviamente condivisi, degli articoli sui giornali, veda Lei se meritano diffusione.
1 - Purtroppo, come si può notare da alcuni commenti postati sul web da persone (purtroppo) nell'ambiente, casi come questo non fanno altro che aumentare il "prestigio" e l'appetibilità di queste società d'elite fra i genitori convinti di avere in famiglia il nuovo Messi, le dichiarazioni di alcuni dirigenti che, anche in altri casi simili, nonostante tutto, restano sulle loro posizioni stanno lì a dimostrarlo. Esempio concettuale (di fantasia): "... quello è il posto giusto per il mio Gigi, dove quelli scarsi li spediscono a casa e fanno crescere solo campioni, in fondo giocare a calcio non è mica obbligatorio per tutti, che vadano a giocare a basket...".Magari senza che lo stesso genitore percepisca la necessità di approfondire la conoscenza della materia e verificare l'effettiva capacità organizzativa ed istruttiva della società scelta nello sviluppare al massimo le potenzialità per il FUTURO specifiche di OGNI bambino, al di là delle capacità dimostrate e delle doti rilevabili a 10 anni previo provino e/o selezione. E di qui si passa al punto 2.
2 - Utilizzare il risultato della partita come parametro di riferimento ed al tempo stesso obiettivo ultimo al quale ambire per "misurare e dimostrare" la crescita tecnica e sportiva del singolo allievo, non è sbagliato solo (e indubbiamente) sotto il profilo educativo e sociale, ma anche sotto quello puramente TECNICO. Questo aspetto viene troppo spesso tralasciato nel valutare alcuni eccessi agonistici e le conseguenti politiche di selezione/esclusione mascherate da un finto perbenismo. Non bisogna essere certo esperti istruttori di calcio, ma basta saper bazzicare un po' sul web, per rilevare che chi è più preparato a livello mondiale nel settore, ritenga che "ammaestrare" i bambini, specie se molto piccoli, per vincere le partite, non è solo inutile, ma bensì DANNOSO per la completa crescita psicomotoria, cognitiva, coordinativa del bambino stesso e quindi in ultima analisi per lo sviluppo globale delle potenzialità del giocatore. Si vedono troppe partite giovanili finire 10/15 a 0, a seguito di un susseguirsi di "gesti semplici" e ripetuti come ragnatele di rapidi passaggi per mettere il compagno in porta a colpo sicuro, potenti tiri dalla distanza, raddoppi difensivi a scalare e lunghi rilanci, il tutto per non SBAGLIARE, non RISCHIARE. Il difensore fa il difensore, il centrocampista fa il centrocampista, l'attaccante fa gol, fedeli ad una precoce specializzazione, non un dribbling o una scelta estemporanea, una giocata individuale personale e fantasiosa, un filtrante inventato e magari forzato, una uscita dalla difesa palla al piede o, perché no, un "pluridemonizzato" retropassaggio orizzontale al compagno al centro della propria area (possono imparare dopo che non si fa)... No, meglio non perdere la palla, meglio non fare errori che possono compromettere il risultato e così si compromette il processo di crescita autonoma del "calciatore bambino".
Mi auguro che le società di calcio giovanile possano crescere in questo senso e la FIGC a tutti i livelli, anche locali, possa incentivare filosofie di approccio al calcio "diverse", per il bene adesso dei piccoli calciatori e per il domani di tutto il movimento.
Saluti e grazie per l'attenzione. Mail firmata

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Manso: se ne parlva giusto sabato sera con un caro amico di questo aspetto della vicenda: e entrambi siamo giunti alla conclusione che appunto questa vicenda, confermerà ai genitori  che la Juve Club di Parma è garanzia di "selezione". Concordo quindi con il lettore, ma aggiungo che non è la Juve da additare come male di tutti i mali, quello che dobbiamo condannare è il sistema calcio giovanile tutto, media compresi. Bene, noi che combattiamo questo sistema da sempre, partiremo proprio da quelle pseudo verginelle che in questi due giorni hanno fatto finta di non conoscere il problema. Cara Gazzetta di Parma, ne vogliamo parlare del perchè e del percome? Tu non lo so, ma noi si! E.... stanne certa, noi ne parleremo!

 

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  Scritto da Redazione Emiliagol il 25/07/2016
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